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L'altra verità sul mare d'inverno

“Mare d’inverno, qui non viene mai nessuno a farci compagnia”

Da Palermitana, questa frase di canzone non l’ho mai potuta capire davvero; addirittura non l’ho mai potuta neanche digerire! Questa cosa che d’inverno il mare subisca l’onta dell’abbandono e persino dell’oblio mi sembra che non esista né in cielo né in terra… figuriamoci nella mia città! Il mare d’inverno non è un rifugio esclusivo per pensatori, nostalgici e sfigati: il mare d’inverno – a Palermo – continua ad essere un luogo usuale, un posto dove assorbire fino all’anima ogni raggio di sole e ogni cielo azzurro, come anche le grigie nuvole di tempesta imminente o la pioggia che tenace scolpisce la sabbia.

Spettacolo di spruzzi a Mondello ©Ljus av Balarm
Spettacolo di spruzzi a Mondello ©Ljus av Balarm

È ovvio, nessuno qui è pazzo e pensa di fare il bagno quando fa freddo e piove (beh, a parte i turisti dell’Europa del nord, che – poveretti – vanno pure compresi: arrivano a Palermo, realizzano come un miracolo che cosa sia veramente il mare e non sfuggono all’atavica necessità di entrarvi!), ma non stupitevi di trovare sempre qualcuno che faccia windsurf e kitesurf, che vada in canoa o SUP oppure – ancora meglio – che attraversi le molecole d’aria con le vele di una barca.

Volo di Grecale a Mondello ©Ljus av Balarm
Volo di Grecale a Mondello ©Ljus av Balarm

“Il mare d’inverno è un concetto che il pensiero non considera, è poco moderno, è qualcosa che nessuno mai desidera”

Cosa? Che cosa? Qualcosa che nessuno mai desidera? Vabbe’, qui siamo proprio al delirio, se non alla bestemmia! Come si fa a sostenere che non esista il desiderio di scappare – pure in inverno, come in autunno - verso il mare in qualsiasi momento gli impegni di lavoro o di studio o di casa lo permettano? Che sia Mondello o Capo Gallo o Sferracavallo o l’Addaura, che sia il lungomare del Foro Italico o Romagnolo, a me non è mai successo di arrivare al cospetto del mare d’inverno e di ritrovarmi completamente da sola, pazza antica e stravagante.

Vista sul Golfo di Palermo dal Belvedere di Vergine Maria ©Ljus av Balarm
Vista sul Golfo di Palermo dal Belvedere di Vergine Maria ©Ljus av Balarm

In un interessante documentario su Palermo trasmesso il 13 ottobre di questo anno da Sky Arte (“Palermo Capitale del Mediterraneo”), viene citata una frase – forse di Pirandello, perdonate se ricordo male – che sostiene che Palermo sia una città di mare che abbia voltato le spalle al mare… Bugia e blasfemia! Palermo dal mare è nata, quando i nostri antenati Fenici lasciarono le sponde del Libano e rimasero folgorati dalla bellezza della terra su cui approdarono e che, proprio per la sua bellezza, poterono solo chiamare Ziz, ovvero splendente. E lungo il mare si è sviluppata, cercandone ogni scorcio pure quando ha iniziato ad estendersi verso l’interno, in quel susseguirsi di piane (ciò che un tempo poteva davvero essere chiamata “Conca d’oro – per gli innumerevoli agrumeti – e di cui oggi, purtroppo, restano sparsi ricordi) che la circondavano.

Vista su Monte Pellegrino e porto dai tetti di Palazzo Butera ©Ljus av Balarm
Vista su Monte Pellegrino e porto dai tetti di Palazzo Butera ©Ljus av Balarm

Diversamente, avrebbe dovuto estendersi per palafitte, signori miei, e subire prima o poi la ciclica sorte di Venezia! E che tuffo al cuore quando, elevandosi dal livello della strada per ascendere sui tetti dei monumenti (o, più banalmente, sui balconi di casa), il mare appare fra i palazzi come l’amico migliore, quello caro e avvolgente, striscia azzurra o grigia (in base al tempo) che sai che sta lì, che non si sposta e non ti tradisce qualunque cosa ti sia accaduta nella vita quel giorno, in quell’ora. Il mare è una certezza che non va a stagioni, a Palermo!

“Perché questo vento agita anche me”

Ok, qui arriva palese la certezza: chi crede in queste parole è qualcuno che il mare non lo bazzica spesso (o, se lo fa, ne ha un’idea troppo restrittiva e stereotipata), che di sicuro ne è nato lontano e non lo ama. Il vento che solleva il mare, d’inverno come d’estate, quella magnifica potenza che davanti ai miei occhi da Mortale mette in scena l’essenza divina di ciò che è Immortale, trasmette ben altro a chi ama, conosce e rispetta il mare: trasmette contenimento, forza, potere – appunto – la certezza che il nostro Pianeta e l’universo in cui è immerso sono percorsi da un’energia straordinaria, inesauribile, rigenerante, con cui entrare in sintonica armonia per sentirsi ugualmente potenti, forti, divini. Basterebbe assistere allo spettacolo del Grecale che solleva il mare fin sopra la spiaggia a Mondello o del Maestrale che sferza i frangiflutti al Foro Italico, per capire di che cosa sto parlando.

 

Basterebbe venire a Palermo, per sentirsi Immortali per una stilla di eternità.

Le Madonie innevate viste dal Belvedere di Mondello ©Ljus av Balarm
Le Madonie innevate viste dal Belvedere di Mondello ©Ljus av Balarm