Il Romanzo di un'anima persa

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Trama

Restai in attesa qualche istante, in caso il poliziotto avesse aggiunto qualche valida indicazione, ma quello mi domandò invece perché io cercassi i tiraciatu. E fu in quel momento che realizzai veramente quanto povere fossero diventate le mie estati, un tempo talmente piene e soddisfatte da addirittura lasciarmi l’abbronzatura fino a quasi Natale. Nelle ultime due, invece, non avevo neanche preso la mascherina rossa in viso! Mi salì una tristezza immensa, amara come il sapore di ciò che non avevo più, tutto ciò che avevo condiviso con i miei inseparabili compagni di vita: i giochi, le chiacchiere, le corse in bicicletta, le ore in mare a cercare patelle e polpi, le notti a scrutare le stelle e a fantasticare di altri pianeti; le confidenze, i segreti, le scoperte; le urla di vita lanciate verso l’orizzonte nelle mattine di quei bellissimi temporali estivi.

Da un anno all’altro, le estati di Daniele sono diventate noiose e solitarie. Persi gli amici di sempre e il luogo magico delle sue prime tredici estati, Daniele si ritrova a cercare la compagnia di un buffo rettile, il Gongilo. O, come lo chiamano le donne del popolo, Tiraciatu: una creatura che, attratta dall’odore del latte sulla bocca dei neonati, si insinua nelle culle e poi nelle gole delle piccole vittime, soffocandole.

Tra leggenda e realtà, anche Daniele viene risucchiato dal suo Gongilo in un’avventura che si tinge di un cadavere occultato, dei deliri di un’anima persa, dei pregiudizi umani e della scoperta dell’amore.